venerdì 2 settembre 2011

it is dangerous to lean out



ma alle volte è indispensabile.




arrivo al binario puntuale, tendente al ritardo. la colpa è di lady B, rimasta con la mente a un vecchio retaggio culturale, dove il concetto di tempo sfugge dalla quotidianità. arrivo giusto in tempo per l'arrivo del treno, che scorre sul binario con la lentezza di un bruco. ma più sporco, visto da fuori. poi una volta saliti ci si rende conto che è davvero sporco anche dentro. tornando alla similitudine del bruco è l'interno sembra l'intestino del bruco, nella sua parte terminale, in prossimità del retto.

avevo timidamente osato pure sperare si trattasse di un Minuetto. che, nonostante il nome da merendina, è uno dei fantomatici treni “moderni”; più corti, più tecnologici, dal design più accattivante. si guastano con maggiore frequenza rispetto ai vecchi. E sono sporchi uguale.
invece devo rinunciare a quel miracolo del ventunesimo secolo rappresentato dai tre fori sotto il cestino; la presa di corrente non c'è, devo accontentarmi delle sei celle della batteria al litio del netbook. pur sempre un miracolo. un miracolo che io abbia lasciato la batteria carica.
lo sporco passa in secondo piano. mi distraggo guardandomi attorno.

E dopo aver visto il colore dei piedi del personaggio fiabesco che mi sta di fronte mi chiedo se sia preferibile ritornare con la mente alla sporcizia del treno.
È uno hobbit. solo un po' meno peloso, ma sporco uguale. uguale all'ambiente che lo circonda.

sposto lo sguardo alla mia sinistra, verso Mr Lentiggine, un rosso in camicia azzurra (ottimo contrasto di colore, ndr.) che ascolta musica da un paio di cuffie della dimensione di un hangar.
tuttavia penso sia invidioso della MIA di camicia, residuo di una divisa delle ferrovie dello Stato di vent'anni fa. quando funzionavano, loro e pure lo Stato.

attraverso il piccolo varco tra il sedile dello Hobbit e il quello che gli sta a fianco però riesco a intravedere un'anziana signora. una di quelle che paiono resuscitate dai fasti ottocenteschi, una di classe. che sa cos'è il Bon Ton. di certo è una visione preferibile alle precedenti.


fino a quando non si gratta l'ascella dall'interno dell'abito, guardandosi attorno temendo di essere osservata. temendo giusto.
vabbè, il viaggio poteva andare peggio. magari poteva non funzionare l'aria climatizzata. che infatti non funziona. oppure il treno poteva essere in ritardo.

apprendo ora dalla voce metallica che lo è.

mia considerazione: “strano”

continuando ancora a chiedermi perchè io NON (AB)USI di droghe prima di spostarmi.



dato che domani compio gli anni un viaggio NORMALE come regalo era eccessivo

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