domenica 30 ottobre 2011

In Vino Veritas









perchè mi vieni a dire
che hai la sbronza mistica?
io che sono agnostico
c'ho la balla laica. 





alcool. ed eccessi. 
Per Orazio, il poeta latino, il vino scopre le cose nascoste, la nostra vera natura. Teognide scrive che... ma si dai, Teognide, il poeta greco... quello alto, ricciolino, un pò effeminato... quello che era in classe con il Renzi... no? vabbè, dicevo, lui saggiamente sosteneva che il vino rivela il pensiero stesso dell'uomo; anche Filocoro, indovino ed esegeta in voga nel 300a.c., credeva che chi si abbandona al vino non solo si scopre - credo intendesse letteralmente - ma da l'occasione agli altri di farsi scoprire. 
No, non quell'Orazio.
A questo punto però, qualcuno potrebbe obiettare che l'eccesso di C2H5OH porta ad un'alterazione psico-fisica e che ogni cosa che ne derivi è, ugualmente, un'alterazione. il buon Erasmo però corre in nostro aiuto e specifica che bisogna distinguere un'ubriachezza sfrenata, falsificatrice della corretta visione della realtà, dalla moderata ebbrezza che elimina la simulazione e l'ipocrisia.
e non ci sono solo over 2000 a sostenerlo, ma abbiamo anche esempi moderni, nel senso umanistico del termine. Baudelaire, ad esempio, sosteneva che "chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere".
a questo punto la riflessione: perchè non eccedere regolarmente? perchè non usare un'ossimorica sbronza moderata come valutazione della propria situazione? non dico che ubriacarsi sia l'unica maniera di conoscere se stessi; è però un modo efficace per rendesi conto di quanto le maschere che indossiamo ogni giorno siano calcate sul nostro volto, quanto ci nascondiamo e quanto invece ci riveliamo. metodo doppiamente efficace poi, perchè come Filocoro prima suggeriva, da anche agli altri una visione di noi alternativa a quella di tutti i giorni.
a meno che voi, ovviamente, non siate degli alcolisti, qui il discorso cambia leggermente. 

ed è proprio alla luce di queste idee che ho deciso di abbandonare i miei studi artistici e dedicarmi alla psicologia, con l'obiettivo ultimo di fondare una mia personale scuola di pensiero psicoanalitico: l'alcoolterapia. 
i pazienti, innanzitutto, non si chiamerebbero affatto così, termine coniato da un anonimo neologista dopo 2 ore di coda dal medico. non saranno pazienti, ma come suggerisce il Dr. Bukowski, compagni di sbronze. Non ci sarà la scomodità di andare ogni volta nello studio del curatore di turno, di quelli foderati di libri non letti e quadri non capiti, che non fanno altro che metter ancor più in soggezione e a disagio. sarà invece proprio il compagno di sbronze a scegliere di volta in volta il luogo d'incontro per la terapia, che potrà essere il divano di casa, piuttosto che il pub preferito o l'enoteca di paese. non sarebbero poi imbarazzanti incontri a due, tête à tête con una persona che non desidera altro che trovare un problema da curare; il compagno di sbronze potrà portare quante più persone vorrà, senza limite di forma o colore, numero e dimensione. chicca delle chicce, l'analista stesso provvederà a riportare il compagno di sbronze a casa, ovviando a quei fastidiosi problemi che nel gergo medico chiamiamo "etilometri". 
il prezzo infine, non seguirà la malata logica del più paghi più crederai che funzioni ma varierà, e potrà andare da una futura sbronza (non moderata) per l'analista a ciò che il compagno di sbronza riterrà il giusto compenso per il lavoro svolto.

Un tipo di terapia a kilometro zero, che valorizza i prodotti della propria terra e sostiene i locali locali, evita il vagabondare di molesti ubriachi e riporta la psicoanalisi nelle mani di coloro che dovrebbero davvero esercitarla. 





Dr. Parsifal Josif Hoffman 
Alcoolterapista - Consulente Filosofico
Orario di Ricevimento: 21.00 - 06.00 
Tel. 338*******







la bottiglia è un biglietto in prima fila per noi stessi.












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